Gian Piero de Bellis

Stato
Introduzione

(2020)

 



Nota

Antologia Libertaria. Introduzione al tema : Stato.

 


 

Il filo ricorrente negli scritti degli anarchici sullo Stato è la fine delle illusioni che esso nasca a seguito di un contratto sociale, liberamente stipulato ed espressamente sottoscritto dalle persone, al fine di proteggerle o addirittura garantirne una esistenza migliore.

Lo Stato, qualsiasi Stato, con qualsiasi nome esso si qualifichi (popolare, proletario, socialista, liberale, democratico, ecc.) non è altro che un potere dominante volto a schiacciare e sfruttare gli individui.

Per questo gli anarchici, fin dall’inizio, hanno sgombrato il campo dall’idea dello:

- stato temporaneo, cara ai socialisti, che pensavano di utilizzare l’apparato statale come strumento per la transizione verso una società senza stato;
- stato minimo, cara ai liberali, che tuttora ritengono che lo stato abbia la funzione precisa e circoscritta di proteggere gli individui, e ignorano volutamente il fatto che qualsiasi potere monopolistico tende inesorabilmente ad allargare la sfera delle sue attribuzioni.

La storia stessa ha smentito queste due ingenue credenze e ha confermato i timori e la preveggenza degli anarchici.

A ciò vanno aggiunte due convinzioni fondamentali che, purtroppo, non sempre fanno parte del bagaglio di molti anarchici.

1. Lo Stato - nelle illuminanti parole di Gustav Landauer “è una relazione, un rapporto fra individui, un modo di relazionarsi fra persone, e lo si distrugge solo sostituendolo con altre relazioni, comportandosi in maniera diversa fra persone.” (Documento 10). O, per ribadire in altro modo lo stesso concetto: "Per cambiare qualcosa, costruisci un nuovo modello che renda la realtà esistente obsoleta" (Richard Buckminster Fuller).

2. Lo Stato da eliminare è quello che si caratterizza per il suo potere monopolistico di dominio su tutti gli abitanti all’interno di un certo territorio (sovranità territoriale monopolistica). Per questo, nulla vieta, che si formino governi che amministrano servizi per coloro che ne fanno richiesta e che taluni vi aderiscano spontaneamente e volontariamente, sostenendoli con i loro contributi. Ciò vuol dire, nelle parole di Max Nettlau, il massimo storico dell’anarchia: “Ogni forma di governo applicata solo ai suoi effettivi sostenitori.” E questo perché, “le persone che sono a favore dello stato esisteranno sempre”. (vedi Max Nettlau in Panarchia, D Editore, 2017). Ma ciò non dovrebbe costituire un problema se, chi aderisce ad una organizzazione statale priva del monopolio territoriale della sovranità, lo fa solo dietro sua espressa scelta, senza vincolare altri se non sé stesso.

Una volta che tali aspetti sono chiari, e cioè

- che lo stato non si abbatte attraverso scontri violenti o barricate improvvisate, ma con la costruzione di alternative concrete, affascinanti e funzionali;
- che non è necessario, per l’affermazione dell’anarchia, che tutti diventino anarchici ma che ciò che conta è che tutti possano praticare le loro idee e stili di vita, nel rispetto di tutti gli altri, senza avere mai a che fare con un potere che si impone loro, contro la loro volontà;

allora saremo sulla buona strada per una rinascita degli individui liberi e delle comunità volontarie.

 


[Home] [Top]