Gian Piero de Bellis

Tasse
Introduzione

(2020)

 



Nota

Antologia Libertaria. Introduzione al tema : Tasse.

 


 

Il potere dello Stato si regge sul fatto che, con la forza e con la manipolazione, è riuscito a far sì che le persone versino ad esso notevoli somme di denaro che ne garantiscono la sopravvivenza. La ragione, avanzata dallo Stato, a sostegno dell’esistenza di questo prelievo è che queste somme servono a garantire a tutti i cittadini taluni servizi che solo lo Stato può assicurare loro. Inoltre, a giustificazione dell’imposizione forzata del prelievo, si afferma che, in assenza di esso, alcuni o molti si sottrarrebbero a questo dovere “morale” facendo ricadere sugli altri il costo dei servizi garantiti dallo Stato e di cui essi usufruirebbero comunque (ad es. la sicurezza personale).

Chiaramente tutto ciò si basa su un colossale inganno che gli anarchici e gli spiriti liberi hanno più volte smascherato.

Nei tempi moderni, lo Stato e le tasse sono sorti dalla guerra e per fare la guerra. Numerosi sono gli esempi del fatto che le tasse servono a finanziare la guerra e non certo a garantire la sicurezza. Tra coloro che ce ne offrono uno in maniera estremamente chiara abbiamo Henry David Thoreau (documento 52) che fa riferimento alla guerra condotta dagli Stati Uniti contro il Messico (1846-1848) e che ha portato all’annessione di California, Nevada, Utah, Colorado, Arizona e New Mexico da parte del governo americano.

Tra gli anarchici, Lysander Spooner (documento 53) è colui che, nella maniera più chiara e diretta, ha trattato dell’ignominia delle tasse e, per questo e altri motivi, ha qualificato il governo statale peggio di una banda di criminali. E ciò perché i criminali almeno non hanno l’impudenza di qualificarsi come protettori degli individui che essi spogliano e derubano. Per di più, le ruberie dello Stato nei confronti degli individui sono ricorrenti e permanenti e non occasionali e saltuarie.

Va inoltre detto che i servizi offerti dallo Stato non sono spesso quelli voluti dalle persone o non lo sono nelle forme e nei modi desiderati, in quanto scadenti o insufficienti a soddisfare i loro bisogni. E questo per via di sprechi, pastoie burocratiche, incuria da parte del personale addetto che è sicuro di rimanere al suo posto pur in presenza di un puro e semplice disservizio.

La proposta avanzata dagli anarchici e da spiriti liberi consiste

  1. nel pagamento volontario per i beni e servizi che la persona realmente vuole per sé
  2. nella contribuzione volontaria per quei beni e servizi che l’individuo intende sostenere anche se non ne ricava un beneficio diretto. Il settore del volontariato è talmente vasto e l’aiuto umanitario è talmente diffuso che la tesi che taluni servizi non sarebbero finanziati se non attraverso l’imposizione fiscale non appare avere il minimo fondamento. È vero piuttosto il contrario, e cioè che alcune iniziative e progetti lodevoli non ricevono fondi a sufficienza perché lo Stato ha fatto man basse di risorse estorcendole dalle tasche dei cittadini.

Sulla contribuzione volontaria si vedano, in particolare, gli scritti di Benjamin Tucker (documento 54) e Auberon Herbert (documento 56).

Degna di nota è la posizione di Ammon Hennacy (documento 60), con il suo rifiuto di pagare le tasse per motivi di coscienza morale. La sua lotta, contro la guerra e contro le tasse, ha comportato il fatto di essere insultato, vilipeso, mandato in prigione. Nonostante tutto ciò, fino alla fine, Ammon Hennacy ha riaffermato i suoi ideali libertari e le sue convinzioni di cristiano, di anarchico e di praticante della nonviolenza.

 


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