Gian Piero de Bellis

Organizzazione
Introduzione

(2020)

 



Note

Antologia Libertaria. Introduzione al tema : Organizzazione.

 


 

Il tema dell'organizzazione ha occupato spesso le menti degli anarchici nei due aspetti di organizzazione interna del movimento e di organizzazione della società futura.

Per quanto riguarda il primo aspetto, di organizzazione interna, ci sono stati fraintendimenti e dissidi tra coloro che vedevano in qualsiasi forma di organizzazione un attentato ai principi anarchici e coloro che invece ritenevano l'anarchia come un'altra forma di organizzazione, una organizzazione volontaria che, anche al suo interno, prefigurasse l'organizzazione volontaria di una società futura.

Chiaramente, se è concepibile una assenza totale di coordinamento organizzativo quando si vuole agire totalmente da soli, come esempio e testimonianza individuale di un diverso modo di vivere, ciò non è pensabile quando si fa parte di un movimento e si vogliono effettuare azioni e realizzare progetti in comune.

Quindi, anche gli anarchici cosiddetti individualisti, quando operano in comune o interagiscono con altri seguono schemi organizzativi basati su taluni principi (libertà, volontarietà, reciprocità).
Ne consegue che anche l’anarchico individualista, che vive volontariamente ai margini della società, è nei fatti una persona che organizza la sua vita, ma sulla base di principi a lui congegnali.
In sostanza, come affermato assai chiaramente da Voline, «  non si tratta di “organizzazione” o di “non-organizzazione”, ma di due principi differenti di organizzazione » (documento 39).

Per cui, chi rifiuta l’organizzazione come qualcosa di intrinsecamente autoritario non ha afferrato la distinzione tra dominio e autonomia, tra autorità imposta (autoritarismo) e autorità accettata (competenza). Così facendo ha e fornisce una visione del tutto distorta dell’anarchia come caos, disordine, pura improvvisazione. L’anarchia è invece auto-organizzazione e formulazione-accettazione di regole funzionali di organizzazione.

Questo è vero, a maggior ragione per quanto riguarda l'organizzazione della società.
L'anarchico è una persona del tutto capace di organizzare la sua vita, da solo e in comunità, e pertanto non ha bisogno di alcuna direttiva da parte del Grande Fratello Stato. E nei casi in cui sente la necessità di informazioni e conoscenze che gli permettano di prendere talune decisioni, sa dove ricercarle o imparerà, con l'esperienza dove trovarle, in maniera libera e volontaria.
Quindi non è affatto paradossale la visione che ci offre Colin Ward dell'anarchia come teoria dell'organizzazione (documento 41).

In effetti, solo in una condizione generale di libertà personale, si può parlare di organizzazione; altrimenti, andrebbero utilizzati termini più appropriati, come imposizione, dominio, sfruttamento. Noi tutti ci possiamo rendere conto, osservando gli eventi della storia, che sotto un potere autoritario e dispotico l'organizzazione è solo apparente e superficiale, un qualcosa che può crollare all'improvviso, in tutti i momenti.

In sostanza, l’organizzazione è un aspetto imprescindibile nella vita di tutti. La differenza non è tra organizzazione e non-organizzazione ma tra organizzazione volontaria (consapevole e duratura) e organizzazione imposta (irresponsabile e precaria).

A ciascuno di operare la sua scelta, nella teoria e nella pratica.

 


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