Gian Piero de Bellis

Economia
Introduzione

(2020)

 



Nota

Antologia Libertaria. Introduzione al tema : Economia.

 


 

Gli anarchici non si attendono nulla dalla politica e dalla lotta politica che altro non è che una lotta tra bande (i Partiti) avente come obiettivo la conquista del potere (lo Stato).

La loro attenzione invece si concentra sull’organizzazione economica e sociale. In particolare, sulla produzione per il soddisfacimento dei bisogni. Questo è per essi lo scopo dell’economia.

Dall’analisi dell’economia emergono alcuni punti fermi della concezione anarchica:

  • Il prezzo dei beni e servizi regolato dal costo di produzione (Josiah Warren, documento 27) e non da quanto il venditore può ricavare o estorcere dal compratore. Altrimenti, situazioni di bisogno e di scarsità create artificialmente sarebbe all’ordine del giorno. E questo è quanto avviene nella realtà corrente con la formazione di monopoli e oligopoli favorita dalle politiche statali attraverso l’introduzione di barriere al commercio, l’assegnazione di patenti e brevetti, lo stoccaggio e la distruzione di merci (ad es. prodotti agricoli) per mantenere un prezzo elevato, e via discorrendo.
  • Il denaro come semplice e comodo mezzo per facilitare gli scambi attraverso l’istituzione di una Banca di Scambio che fa sì che i prodotti del lavoro diventino moneta contante (Pierre-Joseph Proudhon, documento 29). In sostanza nulla a che vedere con la realtà corrente in cui il denaro è impiegato come forma di accumulo di ricchezze, per la manipolazione del cambio tra monete, per il prestito a tassi più o meno elevati, e altre forme di utilizzo del tutto parassitarie e negative (William Batchleder Greene, documento 30).
  • Il debito statale come debito contratto da ladri ed assassini (Lysander Spooner, documento 31) per fare la guerra, e l’emissione di moneta sotto il controllo dello Stato utilizzata per foraggiare parassiti economici e clientele politiche.

In vari scritti gli anarchici, in particolare Kropotkin (documento 34) avanzano tutta una serie di proposte quali, ad esempio:

  • L’abolizione delle dogane e di tutte le barriere al commercio
  • La riduzione massiccia della giornata lavorativa
  • Lo sviluppo e l’introduzione di congegni automatici che alleviano il lavoro
  • La fine dei brevetti statali che ostacolano il progresso industriale
  • La formazione di cooperative di produttori
  • La coltivazione di orti urbani e l’integrazione tra attività industriali e attività agricole
  • La nascita di piccole industrie e la loro dispersione su tutto il territorio

In sostanza proposte del tutto ragionevoli che qualsiasi persona di buon senso, di fronte a situazioni di gigantismo abnorme, indebitamento crescente e crisi ricorrenti, avrebbe dovuto o dovrebbe prendere in seria considerazione.

In linea generale, i valori di base della concezione anarchica in economia sono:

  • Volontarietà: fine della sottomissione a un padrone e autogestione della produzione
  • Mutualità: fine degli squilibri negli scambi, reciprocità e mutuo appoggio
  • Frugalità: fine della crescita illimitata della produzione, degli sprechi e della distruzione delle risorse naturali.

Tutto ciò non vuole affatto dire ritorno ad un passato artigianale pre-industriale da glorificare, perché esso era fatto anche di scarsità di beni prodotti e di duro lavoro per la sopravvivenza.
In effetti ciò che i pensatori anarchici prefigurano è un superamento dei vincoli economici posti dallo Stato (potere politico) in combutta con i padroni (potere economico) di modo che tutti possano condurre non solo una vita economicamente dignitosa ma anche ricca di significato.

Il che ci porta anche al di là di un discorso prettamente economico.

 


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