Gian Piero de Bellis

Anarchici
Introduzione

(2020)

 



Nota

Antologia Libertaria. Introduzione al tema : Anarchici.

 


 

La prima e più importante costatazione riguardo agli anarchici è che non tutti coloro che si definiscono tali lo sono poi nella realtà. E dal momento che l’anarchia è una pratica di vita, l'agire di ognuno è il criterio essenziale per operare le distinzioni al riguardo.

Purtroppo, essendo stata l’anarchia porto di approdo di molti insoddisfatti dalla vita, di individui marginali, di rabbiosi e scontenti e anche di immaturi, egoisti, impulsivi, è successo che bastasse un gesto contro il potere, unito alla giustificazione di averlo commesso in nome dell’anarchia e alla auto-proclamazione di essere anarchici, per essere considerati tali da molti simpatizzanti e da tutti gli avversari dell’idea.

Questo non è stato e non è né sensato né accettabile. E difatti molte voci si sono levate in passato contro queste mistificazioni.

Quando, nel Febbraio del 1894, Émile Henry lanciò una bomba al Café Terminus della Gare Saint-Lazare a Parigi uccidendo una persona e ferendone altre venti, Octave Mirbeau, un romanziere di simpatie anarchiche, scrisse: "Un nemico mortale dell'anarchia non avrebbe potuto fare di meglio di questo Émile Henry quando lanciò la sua assurda bomba in mezzo a persone pacifiche e anonime che erano entrate in un caffè per bere un boccale di birra prima di andare a dormire …"

In tempi più recenti, Bob Black ha individuato negli “anarchici” il maggiore ostacolo alla realizzazione dell’anarchia. (Documento 41)

C’è poi il cosiddetto cretinismo anarchico, individuato da Camillo Berneri (Documento 35) in quelli che pensano solo ai propri interessi particolari e li vogliono imporre a tutti spacciandoli come manifestazione di sacro individualismo anarchico. Il comportamento di costoro, basato sull’esaltazione del proprio io anche a scapito degli altri, andrebbe più propriamente definito come menefreghismo. Il loro disconoscimento di qualsiasi regola di vita sociale, vista e presentata come imposizione, fa sì che l’anarchia appaia come una idea e una pratica nociva e strampalata. Proprio come è negli intendimenti e nei piani dei suoi avversari.
Parecchi sono anche coloro che, aderendo all’anarchia come a una ideologia, la vorrebbero imporre a tutti, nel senso che vorrebbero che tutti diventassero anarchici. Costoro non hanno capito che anarchia significa che ciascuno è libero di adottare per sé lo stile di vita scelto e voluto in piena autonomia. Proprio per questo, l'anarchia non è una ideologia (anarchismo) e non ha nulla a che vedere con l’imposizione a tutti di idee e pratiche di vita specifiche, fossero anche ritenute dai più come le migliori al mondo.

I documenti presentati su tale tema intendono mettere in luce proprio questi aspetti di varietà, volontarietà, sperimentazione, già precedentemente indicati. In particolare, i documenti che presentano la “sintesi anarchica” (Sébastien Faure, Volin) evidenziano la necessità di dare spazio a tutte le differenti posizioni interne al movimento anarchico, ponendo fine a lotte intestine del tutto estranee allo spirito e alla pratica dell'anarchia.

Degno di nota è poi il fatto che molte categorie (individualista, comunista, collettivista) applicate a figure classiche del movimento anarchico, mal si adattano a loro, e soprattutto non nella maniera rigida con cui si è usi concepirle e utilizzarle.

Il compito futuro degli anarchici è quindi non solo sviluppare la pratica dell’anarchia in tutte le sue molteplici forme, ma anche chiarire apertamente e concretamente che millantatori e provocatori che si comportano in maniera violenta e intollerante non hanno alcuno spazio nell’ambito dell’anarchia in quanto elementi del tutto estranei ad essa.

 


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