Frank Lloyd Wright

Sull'anarchia

(1951)

 


 

Note

Questo testo è una presentazione fatta da Frank Lloyd Wright ai partecipanti della Taliesin Fellowship, un gruppo di uomini e donne che venivano a Taliesin (Wisconsin, USA), luogo di residenza di Wright, per studiare architettura sotto la sua guida. Ogni Domenica, almeno a partire dal 1948, essi si riunivano per ascoltare un intervento di Wright su uno dei vari temi di sua scelta.

Fonte: Frank Lloyd Wright: His Living Voice, The Press at California State University, 1987.

 


 

Non ho mai saputo quale fosse la mia reale convinzione politica. Ho sempre sospettato di essere quello che si chiama, un anarchico, ma non ne sono mai stato davvero certo fino a quando ho iniziato a leggere qualcosa sul pensiero e sulle attività dell’iniziatore dell’anarchia negli Stati Uniti [1]. E allora ho scoperto che davvero sono un anarchico e che la concezione anarchica è quella in cui in realtà credo. Vedete, il termine anarchia è stato, come molte altre parole, svenduto dai mercanti di notizie e reso orribile dalle persone che dispongono di notevoli ricchezze e che hanno paura che queste saranno loro tolte. Per cui ci si è dati da fare perché anarchico significasse una persona che uccide, incendia, distrugge, abbatte governi, ammazza donne e bambini.

[…]

Adesso vi dirò qualcosa riguardo a Josiah Warren che fu il primo grande anarchico. Warren credeva che si sarebbe potuta realizzare l’anarchia attraverso un commercio equo, costruendo comunità in cui si praticavano concretamente relazioni giuste. Non era interessato a fare proseliti con la propaganda orale. Nessuno ha potuto mai convincerlo a salire su un palco a parlare. Ma, se le persone si avvicinavano e si sedevano accanto a lui, era sempre disponibile alla conversazione. E così diffondeva le sue idee, oltre che attraverso attività concrete. Era contro le chiacchiere, perché credeva che se avessimo evitato di perderci in chiacchiere, molte cose sarebbero state possibili che ora non lo sono, proprio perché parliamo molto e combiniamo poco. Questo è il tipo di uomo che era Warren.

Warren ha aperto empori commerciali che funzionavano secondo il principio che una persona che avesse qualcosa da vendere, inclusa la sua capacità lavorativa - che è poi davvero ciò che ha e ciò che è - se questa persona può vendere un bene a prezzo di costo [2], questo è quanto ha il diritto di chiedere. Se si pretende invece un prezzo superiore a quanto il bene è costato in termini di lavoro, allora si è su un campo minato e ci si sta approfittando dell’altro. Quello che sosteneva Warren è l’esatto contrario del principio su cui si basano attualmente la nostra vita e il nostro lavoro. A tal fine egli emetteva delle note di lavoro (labor notes) e permetteva ad ognuno di ritirare un prodotto finito in cambio di una nota di lavoro. Ad esempio, se uno era capace di effettuare lavori di intonaco, allora si impegnava a fornire un certo numero di ore di intonacatura. Il lavoro era la valuta di scambio. Il sistema si basava sulla capacità reale degli individui che formavano una comunità di produrre qualcosa. Quindi, invece di avere un gold standard [la moneta certificata da un dato ammontare d’oro], Warren ha introdotto il labor standard [la moneta certificata da una data quantità di lavoro]. Qui si tratta, di certo, di anarchia. Almeno in relazione al nostro sistema attuale. E così era per tutti i principi e le iniziative che egli sosteneva e realizzava.

C’era questo elemento di assoluta semplicità che relazionava il cosiddetto costo al valore attuale della prestazione. Per cui la cosa era non solo economicamente ma anche moralmente accettabile. Quello che per lui era immorale erano rapporti commerciali basati sull’avidità e sulla cupidigia. Gesù è stato un grande anarchico, e quando ha detto «il regno di Dio è in mezzo a voi» [3], ha espresso qualcosa di grande e di profondamente anarchico. Se il regno di Dio è in mezzo a noi, non abbiamo un governo esterno. Non vi è qualcosa che ci domina al di fuori di noi. Non ci sono individui che si riuniscono e si mettono d’accordo per chiedere la protezione di un potere esterno, come la polizia o qualcosa di simile. Per cui il principio della pratica e della teoria anarchica è qualcosa di molto profondo. E sta alla radice di qualsiasi comportamento morale, dell’esistenza umana in tutti i suoi aspetti, qualunque siano le istituzioni esistenti. Lo stesso Gesù ha affermato che non voleva delle istituzioni, non voleva una chiesa istituzionale. Non ha mai considerato la possibilità che sorgessero chiese come organizzazioni consolidate. “Là dove alcuni sono riuniti in mio nome, lì vi è la mia chiesa.” [4]

Lo stesso è valido per il principio dell’anarchia, per il principio di Josiah Warren presente in tutto quello che ha fatto e pensato e nel modo in cui è vissuto. È stato un uomo estremamente ingegnoso. Era appassionato di stampa perché credeva che le idee che costituivano materia di riflessione e conversazione da parte di molte persone dovevano poi essere preservate e fatte circolare attraverso la stampa. In questo modo sarebbero state più efficaci, e le persone avrebbero fatto più affidamento sulla parola scritta che su quella semplicemente orale. Su questo non sono del tutto d’accordo. Era comunque un grande esperto di stampa e ci ha dato la macchina per la stampa che è ancora adesso in uso, e cioè la pressa cilindrica, in grado di effettuare sessantacinque impressioni al minuto invece di sei o sette [5]. Quando è riuscito a fare ciò, lui che non amava il puro chiacchierare, ha prodotto una grande quantità di materiale stampato come non se ne era mai visto prima. È stato davvero un uomo geniale e molto coraggioso. Una vera personalità individuale.

Quindi, quale sarebbe in sostanza la base, la norma della sua società? Non i comitati, non i gruppi, non le istituzioni, nulla di tutto ciò. Ma, semplicemente e inevitabilmente l’individuo in quanto individuo. Vedete, l’anarchia è la grande sostenitrice dell’individuo, dei suoi diritti, delle sue responsabilità. Quest’ultima è la parte difficile e onerosa. Quando accettiamo l’esistenza di diritti dell’individuo, non possiamo scinderli dalle responsabilità. E questo è ciò che Warren ha sostenuto nella maniera più chiara possibile. L’anarchia è la fine dell’irresponsabilità. È la fine dei comportamenti sconsiderati.

L’anarchia è l’inizio dell’epoca della responsabilità individuale, precisa e diretta. Del tutto differente da come viene solitamente intesa. Ebbene, la difficoltà è la stessa che abbiamo con il termine democrazia. Noi parliamo di democrazia e non ne abbiamo nemmeno l’ombra. E non ci avviciniamo ad essa nemmeno di un passo perché non abbiamo lo sviluppo individuale necessario perché tutti si assumano le responsabilità associate con la democrazia [6]. La grande lezione che si apprende da Warren è che, nella vera anarchia, non è possibile fare a meno della responsabilità individuale - non solo verso sé stessi, ma nei confronti di ognuno. L’anarchia è anche la capacità di lasciare a ognuno il diritto di agire come meglio crede, anche se le sue idee sono differenti dalle nostre. Ed è proprio questa capacità di praticare le proprie convinzioni lasciando, al tempo stesso, gli altri liberi di praticare le loro, che costituisce la caratteristica essenziale del vero individuo.

Vedete quanto diverso è tutto ciò dalla nostra idea di uomo di partito. Il militante di un partito apparirebbe a Josiah Warren come il diavolo in persona. Perché non vi può essere divisione in sette politiche quando ognuno è fortemente determinato, nel suo animo, a far sì che ciascuno goda dello stesso diritto che lui ha riguardo alle proprie opinioni, al proprio stile di vita, e a tutto il resto. Questo è il motivo per cui la concezione anarchica va così al di là della realtà attuale. A tal punto che è considerato un tradimento persino parlarne in presenza di un potere istituzionale. E questo perché il dare fiducia all’individuo e fare affidamento su di lui ridurrebbe tutte le istituzioni ad un semplice riunirsi, come stiamo facendo noi in questo momento, per portare avanti un progetto in comune, in spirito di amicizia e di tolleranza, gli uni nei confronti degli altri. Ora, mettere in pratica un simile elevato ideale ha generato delle persecuzioni per molte grandi personalità. Eppure, immagino che quasi tutte le grandi figure umane, fin dall’inizio dei tempi, si siano dedicate alla realizzazione di questo ideale, in una forma o nell’altra.

Il comunismo [7] è l’antitesi dell’anarchia. E, chiaramente, il comunismo è per individui immaturi. E le istituzioni sono per personalità incomplete, non ancora giunte allo stadio dell’individualità. Senza individualità l’anarchia non è possibile. Per cui, se voi doveste giudicare, tra le persone che conoscete, chi considerereste capace di questo auto-controllo, di questa padronanza di sé e della realtà circostante, il che costituisce la base della concezione anarchica, vedreste quanto distanti siamo da essa. Nonostante ciò, l'anarchia costituisce un nobile ideale da preservare nella vostra mente e nel vostro cuore, soprattutto se siete architetti. Infatti un architetto è una persona che bada all’essenziale, e tutto ciò che è richiesto da voi è l’essenzialità nel carattere. Dovete essere persone integre, dovete avere le qualità di un individuo, dovete avere questa energia innata, in una qualche forma primitiva, che può diventare sempre più forte.

 


 

Note

[1] Il riferimento è a Josiah Warren (1798-1874).

[2] Per Josiah Warren il costo di produzione rappresenta il limite del prezzo. Questo significa che il prezzo di un bene prodotto dovrebbe essere regolato dal costo di produzione (incluso il ricavo del produttore), vale a dire dal lavoro e dagli sforzi compiuti per produrlo piuttosto che da quanto una persona è disposta a pagarlo. [

[3] "I farisei gli domandarono: «Quando verrà il regno di Dio?». Gesù rispose loro: «il regno di Dio è in mezzo a voi!».” (Luca 17, 20-21)

[4] Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20) : In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se tuo fratello ha commesso una mancanza contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

[5] Josiah Warren non è stato solo un tipografo ma ha anche migliorato la tecnica tipografica attraverso invenzioni che sono state poi universalmente adottate.

[6] Per “democrazia” Wright intende il potere dei singoli individui associati in comunità. Quindi qualcosa di profondamente diverso dalla attuale democrazia rappresentativa a base maggioritaria.

[7] Ai tempi di Wright il comunismo era l’Unione Sovietica di Stalin, vale a dire uno stato burocratico e totalitario, la netta antitesi dell’anarchia.

(Questo testo è stato segnalato da Matthew Skjonsberg)

 


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