Henri Beylie

Dichiarazione sulla natura

(1901)

 



Nota

Uno dei principali esponenti della concezione naturista presenta le sue idee su una società libertaria basata sul rispetto della Natura e sul ritorno a una vita più sana e meno artificiale.

Fonte: Henri Beylie, La conception libertaire naturienne: exposé du naturisme, Paris, 1901.

 


 

Introduzione

A coloro che soffrono della vita attuale, qualunque sia la loro situazione sociale, diciamo:
Noi siamo profondamente stanchi, disgustati, affaticati, arrabbiati a causa della Vita Artificiale, e cioè anti-naturale, che viviamo, e vogliamo quanto prima ritornare ad un regime migliore e anti-civilizzante, allo Stato Naturale. I nostri polmoni sono stanchi di respirare un’aria malsana, insalubre, mentre i nostri cervelli inariditi, da cui sono esclusi tutti i pensieri belli e generosi, si decompongono sempre più. Insomma, la vita in una Civiltà spinta all'eccesso è il Nulla, mentre l'esistenza in uno Stato Naturale, è Bellezza, Arte e Armonia, è lo sviluppo pieno dell'essere umano con il regolare funzionamento di tutte le facoltà dell'individuo. Se la civiltà fa così tante vittime, è perché siamo sempre lontani dalla Natura, invece di avvicinarci sempre di più ad essa. E noi, esseri consapevoli, sogniamo un giorno il sorgere della Nuova Umanità, bella, giovane, sana, in forma e attiva, in cui la libera espansione del Pensiero avrà finalmente luogo, e quel giorno, la nuova alba sociale spunterà meravigliosamente all’orizzonte.

Noi siamo innanzitutto dei rivoluzionari, e non cerchiamo altro beneficio che la felicità dell’individuo. La nostra concezione non è quella del borghese sazio che desidera la vita di campagna, ma è una teoria essenzialmente libertaria, dove tutti i mezzi di diffusione delle idee sono da noi accettati. Combattiamo apertamente contro tutte le istituzioni create dalla società che ci governa, vogliamo distruggerne gli ingranaggi, non salvando nulla. Siamo contro tutto ciò che causa le sofferenze dell’essere umano, tutto ciò che gli sottrae una parte della sua libertà: esercito, polizia, magistratura, clero, famiglia, patria, governo, sono per noi delle astrazioni che vogliamo distruggere. Aggiungiamo a ciò la Scienza, il Progresso, una nuova religione, che sostituirà per i popoli il Paradiso dell’aldilà. Per “progresso” e “scienza” facciamo riferimento a tutto ciò che circonda gli esseri umani con un finto lusso, con una meccanizzazione dannosa per la loro salute, la loro felicità e che distrugge la Vita Naturale. Qualcuno dirà che è impossibile! Noi rispondiamo: questa concezione ci sembra la migliore, lottiamo per la sua rapida realizzazione e se il risultato è meschino, ma non può esserlo, cercheremo un altro sistema finché l'Universo possa godere della Vera Natura.

Quello che vogliamo far vedere

La realtà è che noi siamo i prodotti della Natura, una combinazione di elementi, e che è presuntuosamente infantile parlare della lotta contro la Natura Creatrice. Affermare che la Natura, come forza cieca, ci ha creati come esseri abbastanza intelligenti con lo scopo di riformarla, è andare oltre i limiti dell'incoerenza. Noi affermiamo che la Terra provvede in abbondanza e nelle condizioni più favorevoli alla soddisfazione dei tre bisogni primari: cibo, riparo e vestiario. Che, proprio per questo fatto, l'indipendenza dell'umanità è già pienamente stabilita; che l’essere umano, materialmente indipendente, lo è anche intellettualmente, il che gli permette di dare pieno sviluppo alle capacità artistiche che sono in lui. E siccome esso è dotato di un sistema sensoriale, la vista, l’odorato, l’udito, il gusto e il tatto, che lo guida attraverso sensazioni gradevoli o sgradevoli, è da credere che preferirà dedicarsi alle cose dell'Arte o del piacere dove tutto è gioia - e che trascurerà un po' la grande industria, vista la presenza di elementi chimici ostili al corpo umano. Questa è la base della teoria Naturiano-Libertaria. È meno complicata della mirabolante meccanizzazione (allo stato di sogno, ahimè!) ed è più rapidamente realizzabile.

Formazione del terreno vegetale

Tra gli errori più gravi riscontrati riguardo alla natura vi è quello che tende a dimostrare che la cultura ha migliorato le condizioni di vita, e che prima della pratica della scienza, gli esseri umani e gli animali avevano a disposizione, per il loro nutrimento, solo delle misere colture vegetali. Tuttavia, basta leggere poche opere sulla formazione dell'humus naturale, o rendersi conto direttamente, per arrivare a riconoscere che lo strato di suolo adatto alla vegetazione è stato formato dalle prime piante giganti che sono apparse sulla faccia della terra. Queste piante facevano cadere ogni anno il fogliame che, decomponendosi, formava un composto che dava origine ad altre piante vegetali giganti, che, in aggiunta, si sviluppavano con un rudimento di tronco coperto di steli frondosi. Queste piante vegetali hanno lasciato il posto agli alberi così come li conosciamo noi, e questi alberi hanno continuato la funzione dei loro predecessori e, periodicamente, le loro foglie, cadendo a terra, aumentavano lo strato di terriccio o humus che ha dato origine ad una piccola vegetazione con foglie, radici e semi commestibili per le persone e per gli animali.

Possiamo pensare alla ricchezza di questo strato di materia formatasi nel corso di milioni di anni, e come le radici si sono mescolate per formare una sorta di feltro, e questo feltro ha preservato il terreno come fonte di nutrimento, e la pioggia, i temporali e lo scioglimento della neve potevano penetrare nel terreno senza portarne via alcunché. Ora, guardiamo agli atti di vandalismo causati dai nostri agricoltori arricchiti e dai nostri chimici patentati. Il suolo, smosso dagli aratri, rimuove la rete di radici e strappa questo feltro protettivo, per cui il terreno, messo a nudo, è esposto all'azione dissolvente e corrosiva del vento e dell’acqua; e poiché tutti i terreni sono in pendenza, il suolo fertile, diluito dalle piogge, è stato trascinato nel corso d’acqua, nel fiume e da lì nel mare. Da più di 3.000 anni, la coltivazione è praticata in Europa in questo modo: il terreno, naturalmente fertile, formato dalle foreste è scomparso e abbiamo raggiunto la dura crosta terrestre, ed è ovvio che un seme gettato e abbandonato senza cure su questo terreno dà solo un prodotto scarso, ma la colpa è dei ciarlatani, degli scienziati e degli individui cosiddetti civilizzati.

I disboscamenti e i suoi effetti devastanti

L’essere umano non è ancora soddisfatto, devasta la foresta, scava fossati, rompe le dighe degli stagni, apre laghi, costruisce strade, villaggi, città. L'acqua porta via la materia ricca dal terreno e non fertilizza alcunché. Produce inondazioni per il suo afflusso improvviso, e non appena arriva l'estate, le sorgenti e i pozzi si prosciugano. D’inverno le inondazioni, d’estate la siccità mortale: l’essere umano è soddisfatto. Ancora qualche secolo di questo regime, e la terra, lavata, svuotata, erosa, disseccata, sterile, sarà presto impotente a sfamare i suoi abitanti. Sarà la vendetta della Natura!

La prima conseguenza della cultura è stata la tendenza alla proprietà del suolo. L’individuo ha preso il controllo di un campo e ha pensato di lavorare per la propria felicità. Esposto ai desideri degli altri, la guerra risale a quel periodo. Gli individui indeboliti dalle avversità o già corrosi da una esistenza contro natura, si sono lasciati comandare da altri, più robusti, più astuti. La natura li aveva fatti liberi, ma se ne erano dimenticati. I potenti, maestri di tutti i mezzi, inventarono le Religioni, poi l'istruzione ufficiale, che dovevano asservire l'individuo. Le guerre divennero permanenti. Dei briganti patentati, con la qualifica di medici, esperti, hanno inventato le scienze il cui scopo è quello di denaturare tutto ciò che è naturale, e si sono messi a carico degli altri. Essi hanno attinto dalla natura, prodotti e dispositivi mostruosi che hanno permesso loro di sterminarsi a vicenda, di uccidersi a distanza, di adulterare il cibo e di avvelenare l'aria e l'acqua.

Tutti questi esperti ignoranti, che non sapevano nulla della Natura, sono diventati gli alleati dei potenti. Sono state fatte leggi che hanno ucciso l'iniziativa individuale e la libertà. E se un individuo si alza tra la folla e propone un ritorno a leggi semplici e naturali, lo si prende per un rivoluzionario, anarchico e gli si mostra la ghigliottina [1], che è l'apoteosi della società marcia, il simbolo della Scienza.

La cosiddetta Ferocia - Bellezza - Bontà

Per legittimare il loro potere, le religioni e i governi hanno sempre rappresentato la terra come luogo di miseria [2]. Era necessario nascondere la Natura e la sua inesauribile ricchezza. Allo stesso modo, l'individuo era rappresentato come impastato di tutti i vizi, di tutti i crimini. Tuttavia, è sufficiente studiare la composizione della Terra per rendersi conto che essa offra a tutti i suoi abitanti cibo, riparo e piaceri di vario tipo, perché le piante e gli animali non mancano affatto, in ogni regione della terra. Da lì, l'armonia nella Natura.

Ma quali sono i risultati di questo benessere nell'organismo umano? Prima di tutto, la salute, madre della bellezza, la forza muscolare e il funzionamento regolare di tutte le parti del corpo: cuore, polmone, stomaco, intestino. Tuttavia, poiché il cervello è anche una componente del fisico, il suo corretto funzionamento darà, pur in assenza di genialità, intelligenza e buon senso. Pertanto, l'essere umano, collocato nel suo vero ambiente, la Natura, non è in alcun caso suscettibile di provare odio, rabbia e invidia. Lo stesso non avviene nello stato civilizzato, dove la maggior parte dei prodotti della terra è negata all'individuo, dove le questioni di interesse, lotta, godimento, bassezza, avidità, servilismo, rendono l'individuo cattivo, odioso, geloso, codardo, situazioni tutte create dalla società contro-natura e dalle sue leggi. Ed è così che avviene che l'individuo, creato buono dalla Natura e fatto per essere felice, è diventato feroce e infelice nella civiltà. [3]

Dagli esseri belli e sani, che erano gli abitanti delle nostre terre, la società li ha trasformati in esseri rachitici, anemici, sifilitici, storpi, amputati, e per di più sordi, miopi, idioti e folli. Come è bella la civiltà e quanto sono orgogliosi i nostri ciarlatani propagandisti di droghe culturali nello scoprire i virus, quando sarebbe stato più semplice e molto più intelligente non farli arrivare!

Le differenti abitazioni

A parte le grotte che sono state le prime abitazioni degli esseri del globo e che si trovano ai fianchi delle rocce, e i cui vantaggi presentavano tutte le qualità di igiene desiderate: piacevole freschezza in estate, tepore in inverno (come osservato da Boucher de Perthes, Louis Figuier, Lubbock, etc.) [4] è ovvio che oggi questo tipo di abitazione esisterebbe in proporzioni infime, ma abbiamo ancora lo chalet rustico, l'abitazione dei nostri contadini, semplice, igienica e situata nel luogo più esposto favorevolmente all’influsso delle stagioni. Chi è l'individuo che non aspira ad avere un posto a lui proprio, e in questo siamo inferiori agli animali che tutti lo possiedono. Non c'è bisogno di aver frequentato le scuole superiori per costruirsi la propria abitazione, e ogni operaio che maneggia gli strumenti non avrà imbarazzo al riguardo e dispiegherà le conoscenze acquisite. Se la prima costruzione non ha successo, nulla ci impedisce di realizzarne una seconda, poi una terza, e con le conoscenze e le capacità acquisite ad ogni tentativo, e non venendo meno i materiali, il tempo, il luogo, come è il caso ai giorni nostri, ci sarà possibile modificarla, adornarla, decorarla, secondo il gusto di ogni individuo. Che differenza con le abitazioni scadenti che i nostri proprietari ci affittano per riposare e vivere la nostra vita da galera, e che accettiamo senza troppo lamentarci.

Il cibo

Nessuno ignora che il suolo in Francia può sfamare tre volte il numero di abitanti che contiene. Le piante e gli animali autoctoni che la compongono sono più che sufficienti per dare a tutti ciò di cui hanno bisogno, ma anche quella abbondanza che nessun'altra società autoritaria ci potrebbe fornire. Attualmente la vendita di animali fornisce all'individuo una grande quantità di ciò di cui ha bisogno per nutrirsi, ma poiché la speculazione e il commercio stanno intervenendo sempre più in questo settore, il risultato è che la classe inferiore, quella che produce tutto e non raccoglie quasi nulla, si vede costretta ad accontentarsi di carni di qualità inferiore, anche in quantità molto piccole. E questo avviene per la maggior parte dei lavoratori.

Gli abiti

Passiamo a considerare l’abbigliamento, e vediamo se la Natura ci ha messo a disposizione ciò di cui abbiamo bisogno per proteggerci durante la stagione fredda. Nella nostra bella civiltà, noi indossiamo abiti malsani, scomodi, poco adatti al movimento, in cui si annidano le malattie contratte a causa dei raffreddamenti che ci attendono al varco ogni giorno. In un'epoca in cui gli anziani permettevano ai loro arti di muoversi nell'aria pura della natura, il risultato era un'attività muscolare, una ricchezza nella circolazione sanguigna, che dava al loro corpo flessibilità, leggerezza e una resistenza in grado di superare i periodi più freddi. A quel tempo, erano vestiti con pelli, grossolane certo, ma calde, che li proteggevano a sufficienza. Si consideri, ad esempio, il contadino, l’operaio, il cui lavoro richiede un dispendio di energie e che si copre moderatamente; dall’altra parte, abbiamo il dipendente, i lavoratori nelle città, chiusi nelle officine e negli uffici.

Possiamo quindi affermare che tutte le malattie di cui è infestata la nostra bella Civiltà provengono da una alimentazione insufficiente e malsana, dall'aria puzzolente che respiriamo, dalla quantità di individui che vivono in uno spazio ristretto, in case insalubri, e dai vestiti, fatti con taglio elegante, è vero, ma mal studiati, troppo leggeri, e anche per questo, non conformi al nostro organismo, che vuole il suo pieno sviluppo, senza essere costretti, serrati, soffocati, come lo siamo con i nostri abiti moderni.

Il progresso intellettuale

I nostri avversari hanno sempre avuto la singolare fissazione di credere che noi vogliamo abolire ogni progresso intellettuale e vogliamo vivere in una condizione animale. Eppure, non abbiamo mai detto nei nostri scritti che abbandoniamo la coltivazione della mente. Noi non vediamo come il respirare aria pura, mangiare ogni giorno in quantità bastante, vestirsi con indumenti caldi fatti con pelli di animali, e vivere nelle nostre dimore ben curate, impedisca poi alle persone di essere intelligenti, per diventare musicisti, poeti, scultori, assai bene e ancora più facilmente, di quanto possa avvenire nelle nostre città, nelle case piene di cibo adulterato, dove si lavora per far ingrassare i parassiti. Il progresso intellettuale può svilupparsi perfettamente nel seno della Natura, la capacità, presso tutti, di esercitare forza e abilità, di cantare, declamare, dipingere, modellare, fare incontri. Si vedrebbe ogni persona dedicarsi liberamente e con trasporto ai propri desideri più cari, sulla spinta di una buona costituzione fisica.

Meccanizzazione

Questo è il grande tema, l'ostacolo su cui i nostri avversari si agitano con la massima forza. Se siamo d'accordo su molti punti con gli anarchici, il dio delle macchine trova in noi feroci avversari. Noi affermiamo ad alta voce e molto chiaramente che il macchinismo non darà all'uomo la felicità. Noi crediamo che la nostra concezione sia più in armonia, più vera, più pertinente ai bisogni dell'individuo. I puristi della scienza basano tutte le loro teorie sul sentimento. Si farà tutto per il piacere, per il benessere dell'Umanità, dicono loro. Non vedo molte persone che, per piacere, fanno i lavori sporchi, disgustosi, pericolosi e noiosi, e nessuno dubita che, invece, sarebbero scelti quelli più piacevoli. I dispositivi meravigliosi mi sembrano ancora un sogno e, in ogni caso, ci vorranno sempre persone che, anche soltanto per un'ora, dovranno eseguire questi lavori malsani.

Ognuno si preoccupi di sé, e se, come penso, tutti cercheranno le sensazioni più piacevoli, concludo che abbandoneremo inevitabilmente giganteschi lavori di ingegneria come: ferrovie, navi, caldaie, strutture in ferro e vagoni per il trasporto veloce. È l'errore di parecchi compagni molto sinceri, che hanno visto in questa meccanizzazione spinta solo la realizzazione di benefici di cui non possono godere attualmente. E poi non vedo alcuna bellezza in questo sofisticato macchinario che, se continua, popolerà ogni giorno la terra di persone storpie e ridotte a pezzi [5]. Io preferisco la bella nutrice, e avendo solo una debole fiducia in questa nuova religione elettrica, in caso di fallimento, per evitare di cadere nelle braccia di salvatori parassiti, preferisco la vita naturale, semplice è vero, senza lusso e senza bisogni artificiali, la vita basata sulla vera Libertà a cui tutti noi aspiriamo, e io la vedo nella Natura.

Noi non impediremo a nessuno di accettare la meccanizzazione fino all'eccesso, e questo perché siamo innanzitutto dei libertari, ma non vogliamo aiutare nessuno in questa opera. Ognuno segua la sua fantasia, il suo desiderio. Ma lasciateci vivere naturalmente, e non abbiamo alcun dubbio che, ben presto, una volta che avrete visto i risultati da noi ottenuti, abbandonerete i vostri dispositivi distruttivi, per venire ad accrescere la schiera dei libertari naturiani.

Il ruolo della donna e del bambino

Il ruolo delle donne allo stato naturale deve occupare una delle posizioni più importanti. Come libertari, è quasi inutile dire che siamo a favore dell'amore libero, della libertà più completa, sia per le donne che per gli uomini. Non esistendo più la prostituzione legale, il ruolo delle donne sarà tutto svolto all’interno del focolare familiare, educando i figli, prendendosi cura dell'arredamento della casa; in una parola, eseguendo quei pochi lavori che sono più a gusto di una donna che di un uomo. [6]

Quando la miseria non esisterà più, gli esseri che si ameranno eviteranno le continue dispute causate dalla società attuale, con la sua vita fatta di sofferenze e di irritazioni, e questo avrà almeno il vantaggio di rafforzare i legami spesso infranti dai pregiudizi e dalle convenzioni della nostra “bella” attuale organizzazione.

Per il fatto che si sono dati liberamente, gli esseri non saranno fatti per vivere insieme per sempre, saranno liberi di separarsi quando i difetti di carattere lo richiedono, o se l'amore non esiste più, e tutti ritroveranno la loro libertà d'azione. Coloro che provano un affetto vero e indissolubile continueranno a vivere e a concludere i loro giorni insieme. E forse, di persone simili ce ne saranno di più che non ai giorni nostri, quando la catena di leggi che ci imprigiona costituisce una camicia di forza che sogniamo di rompere il prima possibile.

I bambini fanno parte della comunità degli individui, non saranno più di proprietà del padre e della madre. In caso di rottura, l'uomo o la donna porteranno via con loro gli esseri a cui si sentono più legati. E poi, chi si rifiuterebbe di prendere presso di sé un essere abbandonato, quando l'angoscia del domani non è più da temere, e quando la Natura generosa dà ampio cibo e riparo a tutti!
Saremo tutti figli della stessa grande famiglia, e i nostri figli saranno sicuri di vivere e svilupparsi materialmente e intellettualmente in condizioni diverse da quelle di oggi.

L’igiene

I nostri avversari, per distorcere le nostre idee, si sono divertiti a rappresentare i naturiani, come i nostri antenati dell’epoca preistorica, che si nutrivano di radici, e vivevano in uno stato di sporcizia ripugnante. Oggi, però, basta dare un'occhiata ai volti dei nostri lavoratori per vedere che la pulizia e l'igiene non sono proprio il loro fervido passatempo. Non capita tutti i giorni al lavoratore di lavarsi a casa, specialmente quando si fanno quei mestieri in cui la manipolazione degli oggetti attacca alla pelle la polvere e le materie lavorate. L’uso dell’acqua è regolato in città, e non so se ognuno ha il proprio bagno; da qui sorgono malattie, epidemie.

Tuttavia, allo stato naturale, l'acqua non viene venduta, e gli strati di materiali sporchi che si accumulano sul corpo e che sono il risultato del lavoro degli schiavi moderni, non ci sono più. La disponibilità di tempo e la ricchezza dei corsi d’acqua favoriscono le abluzioni e una pulizia più meticolosa, da cui nascono salute, bellezza e armonia.

I rivoluzionari

Come ho detto precedentemente, noi combattiamo l'intera Società, e tutti i mezzi di rivolta ci sembrano buoni. L'esercito, scuola di degrado umano; le religioni, scuola di degenerazione morale, di abbrutimento dell'individuo; la magistratura, un focolaio di toghe criminali che condannano in nome di chi, di cosa? Polizia, una istituzione abietta e ripugnante; i governi, i legislatori, una accozzaglia di banditi che sfruttano la credulità delle folle; la proprietà, "scuola di furto” come ha ben detto Proudhon; la patria, che per noi è il mondo intero, e per gli idioti qualcosa di frazionato. Di conseguenza, noi agiamo come rivoluzionari, rivendicando il diritto di vivere a nostro modo.

Per noi, la rivoluzione economica e sociale!

Nessun ritorno allo stato primitivo

Ci viene chiesto: “Volete tornare allo Stato Primitivo?"

Chi di noi ha mai affermato ciò?

È impossibile tornare allo Stato Primitivo. Quello che vogliamo è essere liberi, osservare le leggi naturali, così sconosciute ancora al giorno d’oggi. Non possiamo espellere dal nostro cervello ciò che vi si è accumulato, quindi, noi rifacciamo lo Stato di Natura con tutto il nostro intelletto attuale e le conoscenze acquisite. Non si tratta di tornare indietro, al contrario, di andare avanti, in continua evoluzione. Noi siamo la punta più avanzata. Quindi lo ripetiamo:

NON RITORNO ALLO STATO ORIGINALE, MA SEMPLICEMENTE ALLO STATO NATURALE.

Vegetariani e naturiani

Ci sono vegetariani che sono naturiani, nel senso che aspirano, come noi, a sogni del futuro, fatti di libertà e di accordi, ma in generale, i vegetariani sono gruppi sociali composti da individui che hanno rinunciato alla carne e niente più. Noi naturiani troviamo assurdo nutrirsi solo di piante, e devo ammettere che nessuno dei fautori di questa teoria vegetariana potrebbe dirmi cosa essi farebbero degli animali. [7] “Nessuna riproduzione” dicono loro, e come impedirete a tutti gli esseri animati di riprodursi? Se gli animali abbondano, essi ci mangeranno a loro volta? E poi l’essere umano è fatto per nutrirsi di tutti i prodotti della Terra, con moderazione e a suo piacimento. Nessuno costringe qualcuno a mangiare la carne, è ovvio, ma se tutti imitassero questo esempio, chiedo di nuovo ai vegetariani: cosa farebbero degli animali che si ripopolano all'infinito? È assurdo come le compresse dell'idiota Berthelot [8], che vede le campagne meravigliose e i fiori e le mandrie, il tutto in piena libertà. Quindi cosa farà anche lui degli animali? Forse li distruggerà con le sue pillole e compresse.

 


Note

[1] La ghigliottina è l'invenzione di un uomo di scienze, il medico Joseph Ignace Guillotin (1738-1814) che la propose come strumento, durante la Rivoluzione Francese, per eseguire le condanne alla pena capitale.

[2] Ai giorni nostri la situazione è radicalmente diversa. Si veda, al riguardo, l'Enciclica Laudato sì. Sulla cura della casa comune, del Papa Francesco (2015)

[3] Questa posizione di un essere umano buono per natura e corrotto dalla civiltà non è la posizione di tutti gli anarchici, che sono piuttosto dell’idea che l’essere umano non è, all’origine, né buono né cattivo ma nasce con delle tendenze potenziali che si svilupperanno in un senso o nell’altro (libertà o sopraffazione) a seconda dell'ambiente in cui vivrà e si formerà l'individuo.

[4] Jacques Boucher de Perthes (1788-1868) e John Lubbock (1834-1913) sono stati studiosi della preistoria mentre Louis Figuier (1819-1894) è stato un divulgatore scientifico.

[5] L’era della meccanizzazione ha in effetti prodotto lavoratori bloccati nel loro sviluppo mentale e fisico, ridotti a compiere semplici operazioni. Per cui la critica dell’autore ha un certo fondamento. Per fortuna molte funzioni sono state poi sostituite da meccanismi automatici (automazione) e ciò sta avvenendo in maniera sempre più spinta ed estesa (robotica, intelligenza artificiale), per cui il problema si pone attualmente in maniera del tutto diversa.

[6] L’autore esprime chiaramente, in questo caso, sia lo spirito dei tempi che la sua propria concezione. Quindi queste sue affermazioni vanno ricondotte a quel momento storico e non prese di certo come indicazioni dei libertari. Si può comunque ipotizzare che la casa potrebbe divenire, per gli uomini e per le donne, il luogo di attività produttive-educative-creative che, a partire da una certa epoca, sono state assunte o accaparrate da altri soggetti (la fabbrica, la scuola, il centro di ricerche).

[7] Molti, ma non tutti gli anarchici, sono vegetariani. L'anarchia si basa sulla piena autonomia delle scelte per cui, anche in questo caso, non è pensabile l'imposizione a tutti di un regime alimentare vegetariano (o vegano). L'informazione e l'esempio sono gli unici, ma assai potenti, strumenti di convincimento per quanti si richiamano e praticano il vegetarianismo.

[8] Il riferimento è a Marcellin Berthelot (1827-1907) chimico e uomo politico francese che immagina, un po’ anche per gioco, un mondo in cui l’alimentazione sarà basata tutta su prodotti della chimica e non ci sarà più bisogno di coltivare la terra e allevare animali.

“In futuro, non ci sarà più alcuna agricoltura, pascolo o aratura nel mondo: il problema della coltivazione del suolo sarà stato eliminato dalla chimica… Ognuno porterà con sé la propria compressa di azoto, la proprio piccola quantità di grasso, il proprio pezzetto di amido o zucchero, la propria bottiglietta di spezie aromatiche, adattata al proprio gusto personale; tutto questo viene prodotto economicamente e in quantità inesauribili dalle nostre fabbriche; tutto questo indipendentemente dalle stagioni irregolari, pioggia o siccità, calore che asciuga le piante, o gelo che distrugge le speranze di fruttificazione; tutto questo finalmente libero da microbi patogeni, fonte di epidemie e nemici della vita umana. In quel giorno, la chimica avrà compiuto una rivoluzione radicale nel mondo, la cui portata non si può calcolare; non ci saranno più campi coperti di raccolti, vigneti o prati pieni di bestiame. L’essere umano guadagnerà in dolcezza e moralità...... In questo impero universale retto dalla potenza della chimica.... la terra diventerà un vasto giardino, irrigato dall'effusione di acque sotterranee, dove la razza umana vivrà nell'abbondanza e nella gioia della leggendaria età dell'oro" (Marcellin Berthelot, "Discorso al banchetto della Chambre syndicale des Produits chimiques", 5 aprile 1894).

 


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