Carlo Rosselli

Socialismo e Fascismo

(1935)

 



Nota

Questo articolo è apparso su “Giustizia e Libertà” del 1 febbraio 1935.

Segnalazione di Daniele Leoni.

 


 

UMANO: Hai ragione di lottare contro il fascismo. Il fascismo nega ciò che di più nobile ha l’uomo: la ragione, l’autonomia morale, la responsabilità. Ma dimmi: in nome di quale principio tu lotti contro il fascismo?

SOCIALE: In nome del socialismo.

UMANO: Grande principio. Ma spiegati meglio, perché di socialismi ne esistono tanti: democratico, dittatoriale, cristiano, liberale. Proprio in questi giorni è apparso un libro di un non volgare scrittore intitolato: socialismo fascista. Tu sai che v’è chi sostiene che il fascismo sia il socialismo applicato ad uso dei paesi occidentali.

SOCIALE: Falso. Il fascismo è la dittatura della classe capitalistica. Ora il socialismo, indipendentemente da ogni scuola e dottrina, vuole una società senza classi, di liberi e di eguali, dove i mezzi di produzione e di scambio siano nelle mani della collettività.

UMANO: La differenza in verità è enorme. Tuttavia tra il socialismo, almeno così come lo si è concepito e predicato sinora, e il fascismo, sussistono alcuni punti di contatto e talune somiglianze che indeboliscono il socialismo nella sua lotta.

SOCIALE: Quali?

UMANO: Lo scarso valore riconosciuto alla persona. Il concetto negativo o esterno della libertà. La statolatria. La dittatura.

SOCIALE: Ti ho detto che la società socialista sarà una società di uomini liberi e di eguali.

UMANO: Già. Ma voi parlate sempre di società, di uomini, e mai dell’uomo. All’uomo concreto, in carne ed ossa, avete sostituito un uomo medio, un uomo sociale, che sarà rispettato nella misura in cui si conformerà allo schema.

SOCIALE: Non siamo anarchici, ma socialisti. Noi guardiamo alle grandi masse.

UMANO: La massa non è una persona. Si compone in una serie di uomini. Il problema non è di assicurare una giustizia e una libertà alla massa in generale, ma una giustizia e una libertà all’uomo, a ogni uomo in particolare.

SOCIALE: È lo stesso.

UMANO: Non è. Perché nell’un caso si prende come misura un astratto uomo sociale, che non esiste, o che esiste nella testa dei dittatori e dei facitori di piani; mentre nell’altro si prende come misura l’uomo concreto nella realtà dei suoi rapporti, così come vive effettivamente nella fabbrica, nella famiglia, nella città.

SOCIALE: Quel che è vero per tutti gli uomini è vero per il singolo uomo. L’uomo non sarà libero che in una società socialista.

UMANO: Non sarà: potrà esser libero.

SOCIALE: No, sarà libero. Perché, abolite le differenze di classe e le oppressioni economiche, ogni uomo diventerà libero.

UMANO: Ecco dove si nasconde il secondo errore. Il fascismo fa discendere la libertà del cittadino dallo Stato. Solo entro lo Stato, dice il fascismo, solo identificando la propria volontà con quella dello Stato – cioè del tiranno – il cittadino può essere libero. Il socialismo fa discendere la libertà dalla condizione economica.

SOCIALE: Sicuro: un uomo che muore di fame, che è sfruttato, non può essere libero.

UMANO: Vero. Ma tu confondi l’essenza della libertà – che è autonomia irrinunciabile della persona – con le condizioni necessarie al suo sviluppo. Non è detto che un uomo, sol perché ricco, o tutti gli uomini, sol perché vivono in regime di eguaglianza, siano liberi. Se il nostro modo di essere dipende dalla sottostante struttura economica, anche nella società socialista non saremo liberi.

SOCIALE: Perché?

UMANO: Perché saremo liberi di vivere in quell’unico modo che la sottostante struttura economica consentirà. Cioè non saremo mai liberi. La libertà o è all’origine, nell’uomo, come fatto morale, o non è.

SOCIALE: La libertà non esiste. Esistono solo le concrete e storiche libertà di classe. Oggi la libertà borghese. Domani la libertà socialista.

UMANO: Ecco dove fascisteggi. Questa frase mi ricorda Mussolini che diceva agli oppositori: “gli operai mi chiedono lavoro, strade, scuole, acquedotti, ma non mi chiedono la libertà”. A forza di fare della libertà un prodotto esterno, una conseguenza del sistema economico; a forza di abbassarla al rango di valore relativo, si infiacchisce negli uomini il sentimento di autonomia e di dignità, il sentimento di libertà.

SOCIALE: Tuttavia solo i socialisti e i comunisti si battono per la libertà.

UMANO: Ma come ultima risorsa di una battaglia difensiva, e quasi sempre contraddicendosi, cioè esaltando la dittatura proletaria.

SOCIALE: Dittatura provvisoria per arrivare alla vera libertà.

UMANO: I mezzi debbono essere in armonia col fine. Con la dittatura non si arriva alla libertà. Chi combatte la dittatura in nome della dittatura consolida il fascismo. Allo stesso modo di chi combatte lo statalismo in nome di un’altra statolatria.

SOCIALE: Il socialismo vuole eliminare lo Stato.

UMANO: Ma intanto lo rafforza. Il socialismo è diverso dal fascismo, ma il fascismo sotto più di un aspetto ricorda certo vecchio socialismo. La questione oggi, prima che di organizzazione sociale, è di valori. Prima che di sistemi, di realtà. La contrapposizione che si deve fare non è tra fascismo e comunismo, fascismo e socialismo, e tutti gli ismi sul mercato. Ma tra lo Stato, astratto, dispotico, dittatoriale, e la persona umana. Noi dobbiamo attaccare il fascismo non in nome di schemi, ma in nome dell’uomo. Il resto, cioè l’organizzazione socialista concepita in vista non del piano ma dell’uomo, segue necessariamente.

SOCIALE: Vecchia canzone. L’uomo contrapposto alla società, l’unico contro la massa.

UMANO: No. Quando mi senti parlare contro una certa nozione della massa, quando mi senti definire il fascismo come il più perfetto regime di massa, non vedere in me l’aristocratico sdegnoso della moltitudine. Ciò che sdegno è ogni forma di vita collettiva nella quale resti annullata, se non addirittura prostituita, l’umanità di ciascuno dei suoi componenti. Un sindacato di lavoratori liberi, un partito dove si entri liberamente, una moltitudine che resista alla prostituzione demagogica, non sono massa: sono associazioni, organizzazioni, altrettante forme di riscatto e di liberazione dalla vita amorfa, istintiva, meccanica di massa. Sono certo che verrà il giorno in cui in Italia si proverà schifo per le sagre e le sparate demagogiche.

SOCIALE: Riforma protestante?

UMANO: No. Riforma federalistica. Autonomie. In luogo di uno Stato centralizzato e di rapporti di soggezione, una società federazione di gruppi quanto più spontanei, liberi e ricchi di contenuto. Ogni uomo al centro di un sistema di rapporti. Ogni uomo incitato dalla organizzazione sociale ad estrinsecare al massimo le sue facoltà, le sue libertà. Perché la libertà è un valore positivo, significa vita attiva della personalità.

SOCIALE: Socialismo liberale?

UMANO: Se vuoi…Ma le definizioni non contano.

 


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