Elisée Reclus

Votare è abdicare

(1885)

 



Nota

Un testo estremamente chiaro sugli inganni del votare e sulle sue nefaste conseguenze.

Lettera indirizzata a Jean Grave, pubblicata ne Le Révolté dell’11 Ottobre 1885..

 


 

Clarens, Vaud, 26 Settembre 1885


Compagni

Voi chiedete a un uomo di buona volontà, che non è né elettore né candidato alle elezioni, di esporre quelle che sono le sue idee riguardo all’esercizio del diritto di voto.

Il tempo che mi concedete per esporre le mie idee è molto breve, ma, avendo, riguardo al voto elettorale, delle convinzioni molto nette, ciò che ho da dire può essere espresso in poche parole.

Votare è come abdicare; nominare uno o più padroni per un breve o lungo periodo, e ciò equivale a rinunciare alla propria sovranità. Che il candidato eletto diventi monarca assoluto, principe costituzionale o semplicemente rappresentante munito di una piccola parte di sovranità, colui che mettete sul trono o su uno scranno sarà collocato in una posizione a voi superiore. Voi eleggete delle persone che sono al di sopra delle leggi, dal momento che il loro compito è di redigerle e il loro scopo è di farvi obbedire.

Votare è farsi abbindolare; è credere che delle persone come voi acquisteranno di colpo, al tintinnare di un campanello, la virtù di tutto sapere e tutto capire. I vostri rappresentanti, avendo il compito di legiferare su tutto, dai fiammiferi alle navi da guerra, dalla disinfestazione delle piante allo sterminio delle popolazioni di pelle rossa o nera, vi appaiono come persone la cui intelligenza si ingrandisce in relazione all’immensità dei loro compiti. Ma la storia vi insegna che è avvenuto l’esatto contrario. Il potere ha sempre perso l’uso della ragione, i discorsi oziosi hanno sempre incretinito. Nelle assemblee sovrane, la mediocrità prevale inevitabilmente.

Votare è far sorgere il tradimento. Senza dubbio, coloro che votano credono nell’onestà di coloro a cui accordano il loro suffragio - e forse hanno ragione il primo giorno, quando i candidati sono ancora tutti presi dal fervore iniziale. Ma ogni giorno ha il suo domani. Non appena l’ambiente cambia, l’essere umano si trasforma parallelamente. Oggi il candidato si inclina davanti a voi e forse si abbassa fin troppo per compiacervi; domani, una volta eletto, si innalzerà, e forse fin troppo in alto. Prima mendicava il vostro voto; in seguito vi impartirà i suoi ordini. L’operaio, una volta diventato capomastro può forse rimanere quello che era prima di ottenere i favori del padrone? Il focoso sostenitore del popolo non impara forse ad abbassare la schiena quando il banchiere si degna di invitarlo nel suo ufficio, quando i servitori del re gli fanno l’onore di prendersi cura di lui nelle anticamere del potere? L’atmosfera di questi corpi legislativi è malsana da respirare. Voi invierete i vostri rappresentanti in un ambiente permeato dalla corruzione; non stupitevi se ne usciranno corrotti.

Dunque, non abdicate. Non affidate il vostro futuro a delle persone necessariamente incapaci e a dei futuri traditori. Non votate! Invece di consegnare ad altri il potere su ciò che vi sta a cuore, difendete voi stessi le vostre cause; invece di assoldare degli avvocati per sostenere dei modi di azione futura, agite voi in prima persona! Le occasioni non mancano alle persone di buona volontà. Scaricare sugli altri la responsabilità della propria condotta è una mancanza di coraggio.

Vi saluto affettuosamente

Elisée Reclus

 


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