Note
Un articolo caustico sull natura banditesca dei moderni governi da parte di uno dei maggiori critici della scena americana nella prima metà del secolo ventesimo.
Apparso nell'American Mercury, Febbraio 1925
L'uomo comune, qualunque siano i suoi difetti, almeno vede chiaramente che il governo è qualcosa di esterno a lui e, in generale, a quasi tutti gli esseri umani – e cioè, è un potere separato, indipendente e spesso ostile, solo in parte sotto il suo controllo, e capace di infliggergli danni enormi. Nei suoi sogni, egli può immaginarselo come un padre benevolo o come una sorta di essere miracoloso o un Dio, ma non pensa mai che lo stato sia una parte di sé. Quando sopravvengono problemi, egli indirizza il suo sguardo verso di lui aspettando che compia miracoli per il suo bene; in altri momenti lo vede come un nemico con cui deve lottare continuamente. Non è forse strano che rubare al governo è considerato, dappertutto, un crimine meno grave che rubare a un individuo o a una ditta? Negli Stati Uniti questo crimine comporta sanzioni minori e infinitamente meno ostilità che non azioni che sono intrinsecamente banali – ad esempio essere sposato contemporaneamente con due donne, entrambi consenzienti.
Io penso che quello che si nasconde dietro tutto ciò è un sentimento profondo dell'antagonismo fondamentale tra il governo e il popolo che è da lui governato. Il governo non è percepito come un comitato di cittadini scelti per portare avanti gli affari comuni dell'intera popolazione, ma come una corporazione separata ed autonoma, volta per lo più a sfruttare la gente per il proprio profitto. Il furto, in questo caso, è visto come un atto esente da infamia – un gesto che assomiglia piuttosto alle azioni di un Robin Hood o a quelle dei tanto famosi pirati. Quando il furto è ai danni di una persona, un essere umano degno di stima è privato dei frutti del suo lavoro; quando il governo subisce un furto, la cosa peggiore che può capitare è che taluni ceffi e parassiti dispongono, rispetto a prima, di meno denaro con cui spassarsela. La nozione che essi si sono guadagnati onestamente quel denaro non viene mai presa in considerazione in quanto parrebbe del tutto ridicola alle persone più ragionevoli. Gli uomini del governo sono semplicemente dei figuri che, per via della legge, hanno ricevuto il diritto, piuttosto dubbio, di appropriarsi di una quota dei guadagni dei loro concittadini. Quando quella quota è scremata dall'intraprendenza di un privato, quell'atto è, nel suo complesso, più lodevole che riprovevole.
La persona intelligente, quando paga le tasse non crede di effettuare un investimento saggio e produttivo; al contrario, ha la netta sensazione che è munto in maniera eccessiva per servizi che sono, per lo più, inutili per lui e, in gran parte, del tutto contrari ai suoi bisogni. Egli può essere convinto, ad esempio, che una forza di polizia è necessaria per proteggere la sua vita e la sua proprietà, e che un esercito e una marina impediscono che venga assoggettato a un qualche dittatore straniero, ma, anche così, egli vede che questi servizi sono assurdamente cari, e si rende conto che, anche in quelli più necessari, si nasconde il movente che permette agli sfruttatori, che costituiscono il governo, di rapinarlo allegramente. In questi sfruttatori egli non ha la benché minima fiducia. Li vede come puri e semplici predatori, del tutto inutili; è convinto che, da loro, egli non riceva, dalle loro grandi e costose imprese, un beneficio netto superiore a quello che riceverebbe prestando dei soldi al fratello di sua moglie. I rappresentanti del governo costituiscono un potere che lo sovrasta in continuazione, sempre pronto a inventarsi nuovi trucchi per spremerlo. Se essi potessero farlo impunemente, lo ridurrebbero in miseria. Se gli lasciano qualcosa è solo per una questione di convenienza, come il padrone della fattoria che lascia covare alcune uova alla gallina.
Questa banda criminale è del tutto immune da qualsiasi punizione. Le sue peggiori estorsioni, anche quando danneggiano a fondo i guadagni delle persone, non ricevono alcuna sanzione in base alle nostre leggi. Dai primi giorni della Repubblica, meno di una dozzina di membri sono stati portati in giudizio e condannati, e solo alcuni oscuri personaggi di minor conto sono stati messi in prigione. Il numero di persone che troviamo nelle prigioni federali di Atlanta e Leavenworth, per essersi ribellati contro le estorsioni del governo, è sempre dieci volte maggiore del numero di ufficiali governativi condannati per avere lucrato sul contribuente. Al giorno d'oggi, il governo è cresciuto talmente che non è più qualcosa di sicuro per le persone. Non ci sono più, al mondo, cittadini ma solo dei semplici sudditi. Essi lavorano tutti i giorni per i loro padroni, e sono soggetti a morire per loro se costoro lo vogliono. Da tutto questo lavoro e dedizione fino al punto di perdere la vita, essi ricavano sempre meno. Solo in un domani radioso, tra una o due epoche geologiche, le persone vedranno la fine dei loro patimenti e allora un giornale, se ce ne saranno ancora, potrà riportare la notizia in prima pagina con un titolo a caratteri cubitali, degno dell'evento.