Nota
In questo scritto breve pubblicato nella rubrica Rilievi del giornale L’Adunata dei Refrattari del 12 Ottobre 1935 sotto la firma L’Orso, Berneri mette in luce la stupidità di taluni pseudo-anarchici che prendono l’anarchia come mezzo per coprire il loro menefreghismo nei confronti di tutti e come scusa per imporre agli altri il loro comportamento da “cafone cretino”, per usare le parole stesse dell’autore.
Se la libertà anarchica è la libertà che non viola quella altrui, il parlare due ore di seguito per dire delle fesserie costituisce una violazione della libertà del pubblico di non perdere il proprio tempo e di annoiarsi mortalmente. Nelle nostre riunioni bisognerebbe stabilire la regola della condizionale libertà di parola: rinnovabile ogni circa dieci minuti. In dieci minuti, a meno che non si voglia spiegare i rapporti tra le macchie solari e la necessità dei sindacati o quella tra la monere haeckeliana [1] e la filosofia di Max Stirner [2], si può, a meno che si voglia far sfoggio di erudizione o di eloquenza, esporre la propria opinione su una questione relativa al movimento, quando questa questione non sia di... importanza capitale. Il guaio è che molti vogliono cercare le molte, numerose, svariate, molteplici, innumerevoli ragioni, come diceva uno di questi oratori a lungo metraggio, invece di cercare e di esporre quelle poche e comprensibili ragioni che trova e sa comunicare chiunque abbia l'abito a pensare prima di parlare. Disgraziatamente accade che siano necessarie delle riunioni di ore ed ore per risolvere questioni che con un po' di riflessione e di semplicità di spirito si risolverebbero in una mezz'ora. E se qualcuno propone, estremo rimedio alla babele vociferante, un presidente, in quel regolatore della riunione che ha ancor minore autorità di quello che abbia l'arbitro in una partita di foot-ball, certe vestali dell'Anarchia vedono... un duce. Per chi questo discorso? I compagni della regione parigina che hanno, recentemente, affrontato la spesa e la fatica di recarsi ad una riunione da non vicine località per assistere allo spettacolo di gente che urlava contemporaneamente intrecciando dialoghi che diventavano monologhi per la confusione imperante e delirante, si sono trovati, ritornando mogi mogi verso le loro case, concordi nel pensare che la gabbia dei pappagalli dello zoo parigino è uno spettacolo più interessante.
Quando degli anarchici non riescono ad organizzare quel problema meno difficile di quello della quadratura del circolo, di esporre a turno il proprio pensiero, un regolatore diventa indispensabile.
Questa è quella che io chiamo l'auto-critica. Ed è diretta a tutti coloro che rendono necessario un regolatore di riunioni anarchiche. Cosa che è ancora più buffa di quello che pensino coloro che se ne scandalizzano. Molto buffa e molto grave. E grave perché resa, molte volte, necessaria proprio là dove dovrebbe essere superflua.
Note
[1] Ernest Haeckel (1834-1919) biologo e zoologo, propose nel 1866 un sistema di classificazione nelle scienze naturali che includeva la categoria tassonomica monera.
[2] Max Stirner (1806-1856) filosofo di lingua tedesca che espresse le sue idee individualiste e anarchiche nella sua opera Der Einzige und sein Eigentum (L’unico e la sua proprietà) (1844)